Un turismo culturale diverso più efficiente e produttivo
“Che Firenze volete? Quella dove i turisti spendono tanto ma ce ne sono pochi o quella che fa da collettore culturale per tutto il mondo della bellezza. Qual è la definizione di Firenze per il turismo? Perché è in base a questa che io posso capire che dati funzionano per decidere quali attività fare e metterle in funzione”.
Si è chiuso con questo interrogativo l’intervento di Euro Beinat, Professore di Geoinformatica dell’Università di Salisburgo e Coordinatore e mentore della Summer School dell’Università di Chicago DSSG – Data Science for Social Good che ieri alla Stazione Leopolda di Firenze, durante Sharing Tuscany – il seminario di approfondimento sui principali trend del turismo internazionale organizzato da Toscana Promozione Turistica come anteprima al Buy Tuscany – ha presentato uno studio su Firenze per trovare soluzioni di sostenibilità applicando la scienza dei dati all’analisi delle tracce digitali dei flussi turistici così da contrastare il fenomeno del cosiddetto overtourism.
Lo studio, nato da una partnership Toscana Promozione Turistica e DSSG – Data Science for Social Good, è partito dall’analisi delle cosiddette delle tracce digitali che i turisti lasciano in città, primo luogo attraverso l’utilizzo della Firenze Card per l’accesso, e dei “Big Data” provenienti dalle reti di telefonia mobile.
La lettura aggregata di tutte queste informazioni, provenienti da fonti così diverse (visitatori dei musei e utenti degli uffici informazioni della città, arrivi agli aeroporti, al porto di Livorno o dei bus turistici ecc.), attraverso la lente delle più innovative tecniche di analisi dei Big Data, ha consentito di individuare dei modelli di comportamento dei turisti che visitano Firenze.
Modelli, la cui conoscenza ci mette oggi nelle condizioni di poter attivare nuove politiche di gestione dei flussi così da governare al meglio il fenomeno del cosiddetto overtourism anziché subirlo. Ossia quel fenomeno con cui si descrivono le destinazioni in cui i residenti o gli ospiti ritengono che ci siano troppi visitatori e che la qualità della vita e della stessa esperienza turistica rischino un deterioramento inaccettabile.
Una “mappatura” dei comportamenti turistici, quella realizzata da DSSG per Toscana Promozione Turistica, fondamentale, dunque, per rispondere pro-attivamente alla pressione turistica anche su un territorio ristretto come quello di Firenze e che, se adeguatamente “ascoltata”, può adesso aiutare chi governa il territorio, con il supporto delle nuove tecnologie di analisi, ad andare nella direzione di una diversificazione nel tempo e nello spazio della fruizione del territorio, alleggerendo, con opportune decisioni, la pressione turistica in determinate zone della città, oggi congestionate. E tutto ciò partendo da dati esistenti.
“Questo progetto – ha spiegato Euro Beinat – parte dalla consapevolezza che “solo” più turisti non è sufficiente. Perché esiste un limite che ci dice che un numero eccessivo può essere, alla fine, controproducente e ci siamo chiesto in che modo si possano mettere le mani sulle concentrazioni eccessive. Il problema vero è che i dati ci sono e ce ne sono molti di più dati di quelli che possiamo utilizzare. Ma la verità è che non sono mai stati contestualizzati in un setaccio unico per fare questo tipo di lavoro. Uno dei ruoli che hanno questi progetti è proprio quello di mettere insieme queste sorgenti di dati, analizzarle e creare i presupposti per avere dei feedback quasi immediati”.
“Quello che abbiamo fatto lavorando in team con Toscana Promozione Turistica e grazie alle informazioni di vari data provider è stato, dunque, mettere in piedi un progetto che, partendo da dati esistenti, ha cercato di capire quali sono le dinamiche turistiche all’interno della città, così da permettere, a chi gestisce il turismo in città, di disegnare delle politiche che toccando un certo tasto danno un determinato risultato e di poter verificare quest’ultimo quasi in tempo reale. Noi, però non sappiamo quale sia il tasto da toccare questo tocca a voi deciderlo; quello che abbiamo fatto è cercare di analizzare certe dinamiche e certe relazioni mettendo in piedi un meccanismo che la renda esplicite e utilizzabili da tutti. Lo studio si è basato sui dati da giugno a settembre 2016 relativi ai turisti che hanno “toccato” la città e che hanno permesso di dare una dimensione al fenomeno, guardandolo quasi come da un satellite e, quindi, permettendoci di vedere non solo chi sta in una struttura ricettiva, ma proprio tutti coloro che passano da Firenze, segmentati a vari livelli. Per ogni segmento preso in analisi è poi stato possibile analizzarne il comportamento collettivo rispondendo, ad esempio, alla necessità di sapere quanto gli stranieri si trattengono in città. Ma i dati permettono anche mettere in relazione questi flussi con quello che succede a Livorno, dove arrivano le crociere. Tutto ciò è possibile misurarlo grazie ai dei dati relativi al traffico telefonico che ci consentono anche di capire quante persone si spostano da un punto all’altro della città. Ovviamente a livello macroscopico. Grazie ai dati della Florence Card lo studio è riuscito, invece, ad analizzare gli spostamenti tra i musei della città, scendo così ad un livello più microscopico di lettura dei dati e permettendo di capire come i flussi turistici si spostano all’interno di specifiche zone del centro. Si scopre, ad esempio, che i turisti vanno dagli Uffizi a Palazzo Pitti, ma raramente fanno il contrario. E lo stesso accade tra Uffizi e Santa Croce. Tutte queste asimmetrie sono la misura della quantità sulla quale io posso intervenire”.
In chiusura il direttore di Toscana Promozione Turistica, Alberto Peruzzini, ha così commentato:
“Queste analisi sono un’opportunità incredibilmente importante per chi si occupa di turismo. Noi partiamo da una quantità di flussi che dobbiamo assolutamente gestire. La possibilità di tracciare tutti i comportamenti ci mette nelle condizioni di poter arrivare, in prospettiva, a quell’obiettivo di non limitarci a raccontare quanto sia bello un luogo, ma incidere nelle scelte promozionali per indirizzare i flussi, che è quello che deve fare una DMO moderna ed in grado di essere competitiva nello scenario del turismo mondiale”.
Un tema, quest’ultimo, sul quale si è inserita anche l’assessore al Turismo di Firenze, Anna Paola Concia che, nel suo intervento, ha sottolineato come non sia possibile, in un mondo democratico, impedire alle persone di venire a visitare una delle città più belle del mondo ma come, allo stesso tempo, sia fondamentale trovare un giusto equilibrio tra i diritti dei turisti e quelli dei cittadini. Solo così, infatti, è possibile invertire la pressione turistica. I dati emersi da questo studio ci dicono come si muovono i turisti. Dobbiamo riuscire ad orientarli cambiando anche il modo di raccontare la città e in questo serve anche il contributo dei privati, di coloro che lavorano nel settore del turismo. Perché per decongestionare Firenze servono servizi e infrastrutture. L’overtourism è un’emergenza e credo che Comune, Città Metropolitana e Regione Toscana debbano unirsi in una task force per affrontarla..
Una proposta, quest’ultima, che ha incontrato il favore dell’assessore regionale al turismo, Stefano Ciuoffo.
la Redazione
Commenti
Un turismo culturale diverso più efficiente e produttivo — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>