La stella di Natale, in memoria di un amico, brillantemente trasgressivo
Eventi particolari, come la scomparsa di persone eccezionali, fanno emergere sentimenti profondi e attivano emozioni impensate.
Il mio amico ha superato le Colonne d’Ercole del conformismo che agisce in ognuno di noi, all’insegna del motto non si può fare, ricavandone gioia per se stesso ed esempio per gli altri, non disgiunti dal sarcasmo di alcuni.
Egli ha tirato diritto per la sua strada, memore del Tao: Se la gente ride di te, è perché hai detto (o fatto) qualcosa di giusto. Se la gente non ride di te, è perché hai detto (o fatto) qualcosa di sbagliato.
Questo insegna il gran Regista della vita.
* * * * *
Una notte, il cui cielo era di tal brillio,
che quasi pareva di udirne lo sfrigolio,
Una stella azzurra fece una mossa,
come se un’energia l’avesse scossa,
E dal firmamento se ne volò via,
lasciandosi dietro una leggera scia..
Per discutere su questo strano fatto
e come il cielo più non fosse intatto
Le stelle furono chiamate a concilio
E tutte tutte accorsero in battito di ciglio.
Una stellina disse: -chi se ne accorge
se una di noi nell’infinito si sporge?
Lo spazio è tanto, che c’è di diverso
Se una vuol esplorare l’universo? –
Ma la Grande Stella tuonò: – Che ludibrio!
Del bel creato è stato rotto l’equilibrio.
Della stella fuggiasca non si parli più
E chi oserà farlo sia per sempre tabù! –
E, così, la transfuga cadde nell’oblio,
Dimenticata dagli astri ma non da Dio.
Passarono mille anni o suppergiù
E della fuggiasca chi sentì più !
Ma, un inverno, quando il sol s’accascia
Una stella d’oro sforò una galassia,
E, come Ulisse ai suoi nella terra amata,
Disse alle compagne: – Ecco, son tornata !-
– Non è possibile -dissero tutte in coro
– Partisti stracciona e ora vesti gemme e oro.
Ti credevamo ormai morta di stenti
Nel gelo spaziale con stridor di denti –
– Voi, stelle fisse – rispose la vagabonda –
Del cosmo non conoscete l’altra sponda,
L’oro, le gemme e le perle ch’io porto
Le ho raccolte nel cammino e son conforto:
La solitudine, la pazienza e il coraggio,
Queste sono le perle dell’Essere Saggio.
Voi siete tante, forti e in compagnia,
Ma di voi non ho alcuna nostalgia.
Rimanete pure fisse nel vostro firmamento,
Io del mio viaggiare non ho pentimento.
È vero, non tutti vedono il mio splendore,
Ma solo i semplici e chi ha puro il cuore.
Illuminerò soltanto chi nel cuore nasce,
Per questo ora andrò da un Bimbo in fasce.
La stella di Natale sulla capanna mia
Sarà la tua anima, o Giacomo, e così sia.
Carlo Vai
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