Quella là dev’essere brava a fare dell’altro non la politica
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Ségolène Royal
Ogni giorno ne viene fuori una dalle parti di Parigi. Questa volta lo spunto viene suggerito da Ségolène Royal, esponente di spicco del Partito Socialista francese e politica di lungo corso.
La signora nel 1978 conosce François Hollande (Presidente della Repubblica francese dal 2012 al 2017) e dalla loro storia nascono due maschietti e due femminucce. Nel 2007 si candida per le presidenziali ed al secondo turno è sconfitta da Nicolas Sarkozy.
Curriculum di massimo rispetto, è stata eletta deputata per tre legislature ed ha ricoperto la carica di ministro in periodi diversi in quattro dicasteri.
Mercoledì 31 ottobre nelle librerie d’oltralpe è apparso il suo volume Ce que je peux enfin vous dire (Ciò che posso finalmente raccontarvi), ove racconta scene e siparietti poco noti al grande pubblico. Oltre a togliersi diversi sassolini dalle scarpette non sciupa l’occasione per fugaci stilettate a dritta e a manca.
Una rasoiata soffice soffice è per Emmanuel Macron meritevole di rispetto perché “ha osato sposare una donna di vent’anni più anziana di lui”.
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Ségolène Royal e François Hollande
Ma la pagina che è stata maggiormente commentata dai media gallici è quella che riguarda un ministro del Governo Renzi.
L’8 marzo 2016 si tiene a Venezia un incontro bilaterale Italia-Francia che si pone l’obiettivo di rafforzare Difesa e sicurezza.
Sono presenti il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il presidente della Repubblica francese François Hollande, ministri della Difesa, Roberta Pinotti per l’Italia ed il suo omologo transalpino Jean-Yves Le Drian, ed i ministri degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni e Jean-Marc Ayrault. Per l’Italia erano presenti anche i ministri Angelino Alfano, Dario Franceschini e Graziano Delrio.
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Un momento del vertice italo-francese a Venezia dell’8 marzo 2016
Dato che l’argomento dell’incontro è parecchio impegnativo per non divenire vittima dello stress i ministri gallici, narra Ségolène Royal, si concedono ingenue distrazioni verbali e di pensiero.
La signora riporta di aver ascoltato una frase pronunciata tra i due ministri suoi connazionali che la sorprende e non poco. Oltre ai due ministri è presente Matteo Renzi.
Più che una frase è un commento da portuale, uno di quelli che le compagnie di avanspettacolo utlizzavano come cavallo di battaglia: “Celle-là, elle doit être bonne à faire autre chose que de la politique”.
Per Ségolène è uno choc, un trauma.
Matteo Renzi rimane in silenzio.
Ségolène, no. Ségolène non può lasciar correre una siffatta “humiliation”.
Ci pensa lei a smacchiare l’onta fanghista e rivolta all’impavido play boy con quel coraggio che proprio non le fa difetto snocciola: “Pauvres abrutis, vous avez vu vos têtes (poveri imbecilli, ma vi siete guardati allo specchio, ndr)?”.
Prontamente i collaboratori di Renzi smentiscono e sostengono che sul motoscafo il premier era con Hollande e Ségolène oltre alle ambasciatrici Maria Angela Zappia e Catherine Colonna e l’ambasciatore italiano in Francia Giandomenico Magliano ma nessun ministro. Assicurano che nessun italiano ha sentito quelle frasi.
Guglielmo d’Agulto
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