Con i consorzi gli agricoltori evitano le insidie della gdo
È la legge del mare a dominare nel comparto agricolo, gli squali hanno da sempre divorato sardine e pesce azzurro. In agricoltura vige l’identico copione: lo squalo gdo, Grande Distribuzione Organizzata, impone i propri regolamenti e le proprie condizioni ai piccoli proprietari terrieri specie quando si presentano in maniera singola e sparpagliata.
Fino al giorno in cui costoro non comprenderanno che l’unico modo per sfuggire alle regole capestro della gdo è quello di consorziarsi e fare gruppo avranno pochissimi spiragli per far valere le loro esigenze.
Nei giorni scorsi due colossi europei della gdo, i francesi della Carrefour ed i britannici della Tesco, hanno raggiunto un’intesa che “permetta ai due gruppi di migliorare l’assortimento della qualità dei prodotti a un prezzo ancora più basso a beneficio dei clienti, implementando così la competitività delle due insegne”.
È quanto si legge nel comunicato congiunto emesso dalle società.
Prezzo più basso di vendita significa acquisto a prezzo inferiore, di conseguenza dovranno essere gli agricoltori a subire sberle e scappellotti.
Un evento del genere non poteva sfuggire a Paolo De Castro, europarlamentare brindisino vicepresidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale a Bruxelles, il quale ha così commentato: “Non c’è più tempo da perdere. I produttori agro-alimentari europei rischiano di rimanere schiacciati dall’alleanza dei colossi della distribuzione come quella annunciata tra Carrefour e Tesco – che insieme rappresentano un fatturato annuo superiore ai 170 miliardi di euro – creata per sfruttare il loro potere d’acquisto nei confronti dei fornitori”.
“Non è più rinviabile l’introduzione di misure che possano bilanciare l’estrema concentrazione delle piattaforme di acquisto a livello europeo. Gli analisti stimano che questa alleanza potrebbe portare a risparmi totali sugli acquisti per oltre 500 milioni. Chi ne farà le spese?”.
“Dobbiamo difendere l’anello più debole della catena alimentare davanti al rischio di vedere un’ancora più iniqua distribuzione dei guadagni tra gli operatori della filiera, oltre che della possibilità di un’espansione dei sistemi di etichettatura a semaforo già oggi richiesti da Tesco ai propri fornitori”.
“Ora è più che mai necessario che il Parlamento europeo invii un messaggio forte per andare oltre alla proposta di direttiva della Commissione europea, con un quadro di interventi obbligatori che salvaguardino tutti gli attori della filiera, evitando ricadute negative sugli agricoltori”.
Nel frattempo, è pronto il testo, di cui De Castro è relatore, sulla proposta di direttiva in materia di pratiche sleali nella filiera alimentare.
Garantirà norme per risolvere problemi degli agricoltori schiacciati dai partner più potenti della catena.
Bene ha fatto il vicecommissario europeo ad intervenire ma è altrettanto necessario che gli agricoltori si presentino sui mercati nazionali ed esteri in maniera compatta per evitare la mannaia della gdo.
Salvarico Malleone
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