Juve, fortissimamente Juve
In un turno di campionato che, almeno sulla carta, avrebbe potuto creare qualche insidia in più alla Juventus, è successo l’esatto contrario. I bianconeri hanno passeggiato a Reggio Emilia contro il Sassuolo e le altre sono cadute o, per lo meno inciampate, su campi sui quali quando passa la capolista non lascia che briciole.
Da quando, con intuizione e coraggio, Allegri ha preso a schierare il pentagono d’attacco delle meraviglie, non solo la sua squadra ha trovato un gioco pressoché irresistibile e quasi perfetto, ma vince con irrisoria facilità, rallegrando la tifoseria che se la gode con sommo piacere. Contrariamente a come dovrebbero comportarsi le inseguitrici più dirette, è proprio la Juventus ad aggredire le partite, a spaccarle rapidamente con un gioco che definire brillante è riduttivo. Dopo aver subito qualche batosta esterna per eccessiva timidezza, i bianconeri hanno fatto tesoro di quanto patito e ora sono sempre loro a prendere in mano le redini del gioco, proprio per evitare qualche altro inatteso sbandamento.
Il Sassuolo, per quanto in questi momenti messo piuttosto male, è sempre stato un rivale ostico per la Juve, eppure domenica non ha impensierito in alcun modo la difesa guidata da Buffon, è andato sotto subito con due gol bellissimi e bene gli è andata a non subirne altri, anche per scelta bianconera che ha preferito tirare i remi in barca e non strafare. 2-0 punteggio classico, inglese, perfetto e tutti contenti.
Lo sono meno, ovviamente, quelli che da dietro osservano la fuga della squadra di Allegri che, è giusto davvero dirlo, sembra una spanna al di sopra di tutti, sia per il gioco e la sua qualità, sia per l’organico e la ferrigna mentalità vincente che la contraddistingue.
La Roma, a Genova contro la Sampdoria, è ricaduta in quel lassismo ingiustificato e ingiustificabile che la prende non di rado quando gioca in trasferta. Ha voglia il tecnico Spalletti di trovare giustificazioni ai suoi atleti: non hanno carattere, questa è la verità.
Perché una squadra che punta al titolo, come dichiaratamente più volte detto, per di più già conoscendo il risultato della rivale diretta, quando sa che deve vincere, vince e non balbetta, ma scende in campo con la ferocia di chi deve portare via i tre punti a tutti i costi. La mollezza di certi atteggiamenti, la confusione di certe strisce di gara in cui cadono i capitolini è emblematica: difficile vincere uno scudetto zavorrati da tante lacune.
Per non parlare del Napoli che ha gettato al vento l’opportunità, più che ghiotta, di salire al secondo posto a braccetto dei giallorossi. Il Palermo, campo sul quale i partenopei hanno strappato a stento un pari, è da inizio campionato al fondo della classifica, ha inanellato partite su partite senza racimolare un punto, eppure il Napoli, pure esso ambizioso e aspirante al tricolore, si blocca, si ferma, si lascia infilare e solo per una papera del portiere avversario riesce a mettere in saccoccia un punticino.
Dire del Milan che si fa arrostire da una arrembante, ma non irresistibile Udinese, è ripetere quanto già ricordato in altre occasioni: per quest’anno la squadra di Montella si deve accontentare di un campionato dignitoso, nulla di più, persino l’accesso all’Europa le sta diventando problematico, visto il bel viaggiare di una sempre frizzante Fiorentina e di una arcigna Atalanta. Molto di buono sta comunque venendo fuori dalla rosa rossonera e quindi un anno di passaggio, ma ricco di promesse, ci potrebbe anche stare. Ancora una volta il pur bravo Donnarumma non è sembrato impeccabile. Il peso delle tante gare sta forse sfibrando un pochino la tenuta nervosa e la sicurezza del ragazzo.
L’altra metà di Milano sta invece godendo della salvifica cura di Stefano Pioli. Sette vittorie nelle ultime sette di campionato ed un balzo consistente in classifica, ad immediato ridosso del Napoli. Un ma c’è comunque. Se si esamina le squadre battute nel filotto non se ne trova una collocata nella parte alta della classifica. Come a dire: Inter bene, molto bene, ma le riprove, segnate dagli scontri diretti con le altre grandi, per adesso non ci sono.
Arriva giusto a puntino il turno della prossima domenica, quando i nerazzurri saranno ospiti allo Stadium di una Juve desiderosa di cancellare l’inopinata sconfitta dell’andata. Nel caso in cui i nerazzurri non dovessero uscire battuti dal covo bianconero, beh, allora ci sarebbero buone motivazioni per ritenerli senz’altro confermati come protagonisti del torneo.
Un immaginato protagonista, il Torino, sta invece sciogliendosi progressivamente, fra malumori e qualche polemica. Il pareggio ottenuto allo stadio Grande Torino contro l’Atalanta ha di nuovo segnalato carenze tecniche, di gioco e caratteriali e se, nel secondo tempo, i bergamaschi hanno ottenuto soltanto la rete del pari un grande merito va al portiere granata, Joe Hart.
In coda il bel guizzo del Crotone e il pareggio del Palermo riaccendono qualche tensione, sebbene i distacchi da colmare non siano agevoli.
Franco Ossola
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