Maltrattamenti di animali e pericolosità sociale
Seviziati, maltrattati, torturati, abbandonati purtroppo non è raro imbattersi in casi in cui gli animali vengono brutalmente maltrattati.
Il tema della violenza sugli animali e come contrastarla è un argomento largamente dibattuto, rappresenta un problema sociale e morale che richiede dovute attenzioni e azioni concrete da parte della società e delle istituzioni.
Ogni anno migliaia di povere creature subisco abusi e spesso gli autori non vengono puniti adeguatamente.
Seppur numerose sono state le campagne di sensibilizzazione attuate dai vari governi nel nostro paese da parte di enti e associazioni private, ma il dato purtroppo è sempre più allarmante.
Resta difficile comprendere le ragioni e le motivazioni considerando gli animali aiuto fondamentale ed essenziale nella vita dell’uomo e nonostante il ruolo che occupano nella quotidianità di molti individui sono ancora troppe le vittime di maltrattamenti.
Tale piaga guadagna terreno anche online, spesso ci si imbatte in contenuti di abusi e maltrattamenti rivolti ad animali, dove la sofferenza diventa un orripilante spettacolo.
La crudeltà sugli animali rappresenta un reato grave e rappresenta un indicatore di pericolosità sociale e solo da pochi anni si è compresa l’importanza di considerare la violenza sugli animali un indice predittivo di pericolosità.
Studi scientifici hanno dimostrato che spesso la violenza contro gli animali presagisce quella sugli esseri umani.
Il reato di maltrattamento di animali oggi ha sede nell’art.544-ter c.p., il quale stabilisce che: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 euro a 30.000 euro”.
La disposizione si pone come obiettivo quello di tutelare gli animali in quanto esseri viventi, e non in quanto proprietà, capaci di percepire dolore.
Essenzialmente si riconoscono due tipi di violenza: passiva che provoca sofferenze prolungate attraverso negligenza intenzionale o incuria, e violenza attiva, causando dolore e sofferenza intenzionale.
In ogni caso il maltrattamento fisico lascia un ferita nella psiche dell’animale indelebile, oltre a lesioni corporali.
La convivenza con gli animali domestici se fondata su principio di una sana relazione di rispetto e tutela, rappresenta una fonte di beneficio per se stessi e per l’intera comunità, pertanto è fondamentale rimuovere il concetto di “deumanizzazione”, ovvero, la concezione di pensare ad un’altra specie come incompleta, inferiore e subordinata.
Nell’attuale contesto socio culturale la priorità dovrebbe identificarsi nell’educazione degli umani al rispetto verso l’altro che sia animale o uomo oltre a rafforzare la protezione degli animali, aumentando le pene per chi commette atti di violenza contro di essi.
Abbandonare un animale o sottoporlo a maltrattamenti è un atto di crudeltà che spezza ogni sacro legame e infligge sofferenze indicibili, per cui è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del rispetto degli animali, come creature dotate di bisogni e dignità, promuovendo una cultura di tutela e salvaguardia.
Fermare queste brutalità è l’impegno che ogni paese civile deve perseguire indiscutibilmente. Basilare educare le nuove generazioni al rispetto degli animali offrendo loro cure, amore, rispetto e attenzioni necessarie a garantire un’armoniosa e civile convivenza per tutti gli esseri viventi.
Dolores Di Mambro
Commenti
Maltrattamenti di animali e pericolosità sociale — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>