I costi stratosferici della guerra in Ucraina
Mentre l’Ue investe da una parte sulla pace conarmi all’Ucraina, dall’altra investe sulla guerra attraverso banche e fondi.
Quasi mille miliardi di dollari (959, per la precisione) della finanza mondiale sono confluiti fra il 2020 e il 2022 nella produzione e commercio di armamenti.
Di questi, attorno alla metà arriva dagli Usa, mentre 79 miliardi provengono dai primi 10 investitori europei.
Non solo.
I 15 maggiori istituti europei investono in gruppi della difesa per 87,72 miliardi di euro.
È quanto emerge dal rapporto Finanza di pace-Finanza di guerra che MF-Milano Finanza ha letto in anteprima, commissionato da Fondazione Finanza Etica (gruppo Banca Etica) e da Global Alliance for Banking on Values (Gabv), realizzato da Merian Research, società di consulenza con sede a Berlino specializzata in tematiche sociali e ambientali, presentato durante il 16° incontro annuale di Gabv, il primo in Italia, organizzato a Padova e a Milano fra il 26 al 29 febbraio.
Il rapporto ha l’obiettivo di esaminare l’esposizione del settore finanziario verso la produzione e il commercio di armi utilizzate in conflitti su larga scala.
Fanno parte di Gabv circa 70 banche e istituti finanziari che gestiscono asset per oltre 210 miliardi.
I maggiori finanziatori.
Nel 2023 la spesa globale per la difesa è cresciuta del 9%, per raggiungere la cifra record di 2,2 trilioni di dollari.
Secondo lo Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), le risorse stanziate dai governi, a livello globale, per le forze armate ammontano a 2.240 miliardi di dollari, pari al 2,2% del pil mondiale.
In questo scenario, le banche, come tutto il settore finanziario, sono partecipanti attive: tra il 2020 e il 2022, le istituzioni finanziarie hanno sostenuto l’industria della difesa con almeno 1 trilione di dollari, cifra probabilmente sottostimata rispetto alla realtà, secondo Banca Etica, perché non esiste un database ufficiale che raccolga tutti gli investimenti, i prestiti e i servizi di tutte le istituzioni bancarie e finanziarie del mondo nel settore degli armamenti.
Secondo il report, i maggiori investitori nel settore della difesa sono Vanguard (92 miliardi), State Street (68 miliardi), BlackRock (67 miliardi), Capital Group (55 miliardi), Bank of America (45 miliardi), JPMorgan Chase (33 miliardi), Citigroup (28 miliardi), Wellington Management (27 miliardi), Wells Fargo (25 miliardi) e Morgan Stanley (24 miliardi).
Se i fondi per le armi confluissero nella sanità.
Un’analisi condotta dall’International Peace Bureau traduce il costo di specifici armamenti in beni e servizi sanitari e mostra come una fregata multiruolo europea (Fremm) vale lo stipendio di 10.662 medici all’anno (media dei paesi Ocse), un aereo da caccia F-35 equivale a 3.244 posti letto di terapia intensiva e un sottomarino nucleare di classe Virginia costa quanto 9.180 ambulanze.
La metà dei fondi stanziati dai governi a livello globale per le forze armate (oltre 2 miliardi) sarebbe sufficiente per fornire assistenza sanitaria di base a tutti gli abitanti del pianeta.
Salvarico Malleone
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