L’Europa deve accantonare gli stupidi egoismi nazionali
Il senso di identità profonda di una nazione o di un gruppo sociale molto coeso si forma, normalmente, nei periodi di crisi.
Emerge di fronte a sfide drammatiche, imprevedibili.
È quello che sta succedendo, per esempio, in Ucraina.
Il senso di identità europeo, invece, sembra fermo in mezzo al guado.
L’idea di una entità sovranazionale prende forma in Europa dopo la seconda guerra mondiale, ed ha come obiettivo principale quello di evitare un conflitto sanguinoso come quello che si era appena concluso.
Poi, la spinta propulsiva verso l’unità si è gradualmente annebbiata, ed è stata surrogata da un mostro burocratico che si regge su piedi d’argilla, politicamente assai fragile e impacciato.
Ma le difficoltà affrontate negli ultimi anni, prima la crisi finanziaria del 2008, poi il Covid, ora la guerra in Ucraina ed in Israele pone la necessità di affrontare questi problemi a livello comunitario, spingono verso un rafforzamento politico come condizione necessaria per potervi fare fronte
La Brexit, d’altro canto ha dimostrato che i costi dell’uscita possono essere molto più alti dei vantaggi: infatti ha prodotto l’effetto di assopire le spinte centrifughe nell’Europa continentale.
Resta il fatto che la costruzione europea è un’opera incompiuta, nella quale il livello politico non è in grado di operare in modo efficiente ma è in ostaggio dei veti che chiunque può porre su qualsiasi decisione, con la conseguenza che il potere vero è stato preso da una casta burocratica opaca ed autoreferenziale, priva di controllo democratico e spesso sensibile ai condizionamenti delle lobby più potenti e organizzate, interne ed esterne.
È ormai evidente a molti che restare in mezzo al guado ha costi sempre più alti.
Si tratta di trovare il coraggio per accantonare gli stupidi egoismi nazionali, il piccolo cabotaggio, e fare i passi decisivi verso un sistema che sia politicamente in grado di rispondere alle sfide sempre più impervie che la storia ci sta ponendo davanti, troppo grandi per essere affrontati a livello nazionale.
Raimondo Adimaro
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