L’Europa meridionale brucia per il troppo caldo e siccità
In questa torrida estate 2022 l’Europa registra un record di incendi.
A infuocare molte zone non sono solo le temperature roventi ma anche la siccità di questi mesi.
Nel dipartimento francese della Gironda i roghi hanno distrutto in meno di 48 ore oltre 7000 ettari di terreno mentre sono 11 mila le persone fatte evacuare.
Altre fiamme sono state segnalate nel sud-est della Francia e a nord di Parigi.
Alcuni degli aerei della protezione civile e delle attrezzature antincendio, che dovevano essere usati per la parata del 14 luglio, sono stati dirottati proprio nella regione con capoluogo Bordeaux.
Per domare il rogo è stato necessario l’intervento di quasi 1000 vigili del fuoco.
Centinaia di vigili del fuoco stanno combattendo da giorni contro le fiamme anche in Portogallo, uno dei paesi più colpiti.
Case e migliaia di ettari di macchia mediterranea andati in fumo.
Sono una decina i roghi di grandi dimensioni che hanno colpito l’intero territorio nazionale.
In molte zone del Portogallo è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Brucia anche la Spagna dove la colonnina di mercurio ha toccato un record 47 gradi e gli incendi dilagano a macchia d’olio.
Nel sud, vicino alla Costa del Sol, oltre 2300 persone sono dovute fuggire a causa di un rogo che si è propagato sulle colline di Mijas e visibile anche dalla spiaggia di Torremolinos.
In Grecia nelle ultime 24 ore si sono registrati almeno 51 incendi boschivi secondo le informazioni delle autorità locali.
A Siviglia, una delle città più calde, alcuni sindacati hanno chiesto alle aziende di sospendere le attività di molti lavoratori a causa delle condizioni poco favorevoli.
Nella zona di Salamanca sono bruciati oltre 4.000 ettari negli ultimi quattro giorni.
Un altro incendio è scoppiato nel Parco nazionale di Monfrague (Estremadura).
Questo posto è noto per ospitare diverse razze di volatili. Le fiamme hanno brucato diversi nidi di avvoltoio nero, uno degli uccelli più rari al mondo.
In Italia inizieranno già questo lunedì i lavori di ripristino del pontile principale di Bibione, danneggiato dal vasto incendio che si è sviluppato nella pineta della spiaggia veneziana.
Alcuni turisti in preda al panico si sono tuffati in mare, fortunatamente non ci sono stati feriti.
Le fiamme si sono avvicinate pericolosamente nella zona tra il Faro e il Passo Barca, le colonne di fumo sono state avvistate perfino dalla città e dal golfo di Trieste, che in linea d’aria dista alcune decine di chilometri.
Dal primo gennaio al 16 luglio negli Stati membri dell’Unione europea sono andati in fiamme complessivamente 346mila ettari di aree boschive, una superficie più grande dell’intera Valle d’Aosta.
L’area bruciata è il triplo rispetto alla media degli ultimi 16 anni, che nello stesso arco di tempo è pari a 110.350 ettari.
Niccolò Rejetti
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