No aumento Iva e riduzione del cuneo fiscale per l’agricoltura
Non solo va scongiurata qualsiasi ipotesi di aumento dell’Iva, ma va ridotto il cuneo fiscale per abbassare il costo del lavoro.
È quanto sostiene il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nell’indicare tra gli obiettivi del nuovo governo del premier incaricato Giuseppe Conte l’importanza di investire sull’agroalimentare Made in Italy.
Serve un pacchetto di misure che va dall’obbligo di indicare in etichetta l’origine in tutti gli alimenti al superamento del segreto di Stato sulla destinazione delle importazioni agroalimentari, dalle infrastrutture per favorire il trasporto delle merci alla revisione degli accordi di libero scambio sulla base di principi di equità (parità delle condizioni, efficacia dei controlli, reciprocità delle norme con impatti ambientali, sociali, economici).
La crescita va ricercata sul mercato dove occorre dare ai consumatori la possibilità di scegliere consapevolmente e sostenere il lavoro e l’economia nazionale con un sistema di etichettatura chiara.
Bisogna urgentemente impedire di spacciare come Made in Italy prodotti che inquinano, sfruttano il lavoro minorile e sono pericolosi per la salute che spesso arrivano in Italia grazie agli accordi agevolati dall’Unione Europea, come nel caso dell’accordo di libero scambio con il Mercosur, che va fermato.
Occorre la riforma della Legge sui reati in campo agroalimentare secondo le indicazioni formulate dal Procuratore Caselli nell’ambito dall’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti.
Bisogna essere più veloci nel dare risposte alle imprese e nell’agire sui tavoli Ue su temi che vanno dalla direttiva nitrati alla riforma della Politica Agricola Comune per salvaguardare risorse vitali per il nostro Paese.
La burocrazia va snellita e resa più efficiente perché non possiamo avere tempi ordinari rispetto a emergenze come l’arrivo di specie aliene, ad esempio la cimice asiatica, che invece richiedono interventi immediati del Ministero dell’Ambiente e controlli sulle merci importate nel nostro Paese.
In un momento difficile per l’economia si devono semplificare i termini autorizzativi per nuove produzioni come il biometano, è necessario ridurre i costi per le imprese e lavorare per avvicinare l’offerta formativa alle reali esigenze delle aziende, puntando a strumenti efficaci per le sinergie scuola/ lavoro e di educazione all’imprenditorialità, colmando il divario con il resto della Ue.
È necessario garantire la proroga dopo il 31 dicembre 2019 dell’esenzione Irpef a favore degli imprenditori agricoli iscritti alla gestione previdenziale agricola.
Sui mercati esteri è invece importante valorizzare il ruolo e il lavoro dell’Ice (Istituto per il commercio estero) a sostegno delle vere produzioni tricolori, un comparto che rappresenta il vero simbolo del Made in Italy con 41,8 miliardi di euro di esportazioni e 1,3 milioni di addetti a livello nazionale.
Altra iniziativa immediata da adottare è l’investimento sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati anche ai risultati commerciali.
Un cambiamento che deve riguardare anche la logistica con trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci consentano di trasportare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo.
L’agricoltura può svolgere un ruolo primario nel contrasto ai cambiamenti climatici, ma è anche il settore più esposto in una situazione in cui dall’inizio del 2019 in Italia si sono verificati 1126 eventi meteo estremi fra grandinate, trombe d’aria, tempeste di acqua e vento e ondate di calore, con un incremento del 56,4% rispetto all’anno precedente, secondo una analisi della Coldiretti sulla banca dati ESWD.
È quindi fondamentale che sia garantito un adeguato e sostanzioso finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità e confermato per il 2020 il “bonus verde” con detrazioni del 36% per la cura del verde privato quali terrazzi e giardini, anche condominiali.
Anselmo Faidit
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