Angela Merkel sconfitta lascia la Cdu e l’Europa vacilla
Alla fine non ha retto più le sberle ricevute nel corso delle recenti consultazioni regionali nei diversi Land e dopo i penalizzanti risultati dell’Assia, quasi l’11% in meno rispetto al 2013, Angela Merkel ha annunciato che lascerà la guida della Cdu, dopo 18 anni, e non si ricandiderà alla presidenza dei cristiano-democratici. Congresso generale che si terrà ad Amburgo i primi dicembre.
Il crollo della sua popolarità è iniziato nell’estate 2015 dopo aver aperto le frontiere tedesche ad oltre un milione di profughi provenienti in gran parte dalla Siria, dall’Afghanistan e dall’Iraq.
Impopolarità che è lievitata con altri provvedimenti come la fuoriuscita del paese dall’energia nucleare, l’abolizione del servizio militare obbligatorio o il suo via libera ai matrimoni tra coppie dello stesso sesso.
Tutte iniziative che hanno favorito l’ascesa di un nuovo partito di destra come l’AfD, Alternative für Deutschland.
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iIl commissario Ue Jean-Claude Junker
La formazione di destra oggi è presente in tutti e 16 i parlamenti regionali tedeschi e alle politiche dell’anno scorso è entrato per la prima volta nel parlamento federale (Bundestag) col 12,6% delle preferenze.
Nell’Assia, a Francoforte, vi è la sede della Banca Centrale Europea, della Bundesbank e della Borsa ed uno dei principali aeroporti d’Europa.
L’Assia è la principale regione finanziaria dell’Europa con un reddito pro-capite di 52.500 dollari.
A soppiantare il partito della Merkel è uno sconosciuto della politica nazionale tedesca di 47 anni alla guida degli ecologisti che hanno ottenuto il 19,5%, nel 2013 non erano andati oltre l’11,1.
Tarek Al-Wazir, tedesco-yemenita, dal 2014 è ministro regionale di Economia, energia e trasporti, un portafoglio chiave per l’Assia.
Altrettanto importante è il risultato dell’AfD che triplica i suoi voti e passa dal 4,1% al 13% nel giro di cinque anni.
Tutti quei personaggi e quei partiti che nel breve volgere di pochissimi anni hanno stravolto le tradizioni e la storia d’Europa sono stati velocemente puniti dall’elettorato e spediti a casa.
Dopo aver agevolato e autorizzato l’invasione di centinaia di migliaia di africani e asiatici che hanno seminato scompiglio e sofferenze, solo oggi si rendono conto della sfracello combinato.
Per agevolare pochissimi personaggi dell’alta finanza, collegati con le élite della massoneria mondiale e padroni di miliardi di euro e di dollari parcheggiati nei tranquilli caveau di isole e regioni offshore, hanno agevolato l’ascesa del rancore nei confronti di quanti bighellonano per le strade.
All’XI forum economico eurasiatico che si è tenuto a Verona nei giorni scorsi l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi nel suo intervento ha dichiarato: “La Francia si è presa il monopolio della politica estera, la Germania quello della politica economica, e invece che avere un’Europa con un motore a due pistoni che vanno in armonia, abbiamo un’Europa con due motori a un pistone ciascuno”.
È un’Europa che subirà un’inversione di marcia dal prossimo maggio quando vi sarà da rinnovare il Parlamento e spedire a casa tanti bacucconi, brilli e obesi che hanno saccheggiato il vecchio continente e tradito le aspettative di milioni di cittadini.
Salvarico Malleone
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