I cinesi scoprono l’agricoltura ricavata dai rifiuti speciali
Ha destato clamore l’intervento dei carabinieri forestali che hanno sequestrato alle porte di Firenze nel Comune di Campi Bisenzio un’area agricola di sei ettari e mezzo di un’azienda specializzata nella produzione di ortaggi di origine cinese.
L’intervento è scattato dopo accertamenti che hanno fatto emergere varie irregolarità, tra cui una gestione illecita dei rifiuti speciali, anche pericolosi che venivano bruciati sul posto invece di essere smaltiti.
Le verifiche condotte lo scorso maggio hanno portato alla luce illeciti in materia di gestione di rifiuti speciali, e, tra l’altro, prodotti fitosanitari e diserbanti gestiti senza alcuna precauzione.
I controlli sono scattati a seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini, che lamentavano fumi maleodoranti provocate dai roghi dei rifiuti accesi negli stessi campi dove venivano coltivati gli ortaggi.
L’agricoltura e l’agro-alimentare nel loro complesso rappresentano un piatto interessante per la criminalità organizzata nelle sue varie manifestazioni.
Nel 2016 si è registrato un balzo clamoroso sino a giungere a 21,8 miliardi di euro di volume d’affari annuo complessivo nazionale dell’agromafia, che ha fatto registrare nell’ultimo anno un salto del 30 percento.
Dati emersi dal quinto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.
“Dal Rapporto emerge come la filiera del cibo, dalla sua produzione al trasporto, dalla distribuzione alla vendita, compresa la ristorazione, ha tutte le caratteristiche di “appetibilità” per le organizzazioni malavitose – commenta Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana – è per questo che apprezziamo il lavoro svolto dagli organi preposti a presidiare il territorio che interpretano un ruolo fondamentale a difesa del tessuto economico sano, oltre che della salute dei cittadini, dell’ambiente e del territorio stesso”.
“Occorre però non abbassare la guardia anche in regioni come la nostra e tutti devono svolgere la propria parte. L’esigenza è quella di fermare i traffici illeciti, stringendo le maglie larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti e di rendere pubblici gli elenchi delle aziende che importano materie prime dall’estero per garantire meglio l’attività di controllo. Al tempo stesso – continua Antonio De Concilio, Direttore di Coldiretti Toscana – è necessario che il futuro Governo prenda in esame in tempi stretti il documento elaborato dalla Commissione Caselli di riforma dei reati agroalimentari per una azione più stringente nei confronti di chi in modo criminale si infiltra nelle filiere. Questa vicenda di Campi Bisenzio dimostra una volta di più il valore della vendita diretta ed ancor più quella svolta attraverso una rete in grado di garantire il consumatore come Campagna Amica diffusa in ogni angolo della Toscana con i suoi 75 mercati e le oltre 650 fattorie”.
Si tratta di capire ora se i cinesi di Campi Bisenzio sono un caso unico ed isolato oppure è un fenomeno diffuso a macchia d’olio come in genere avviene nella comunità cinese, dove appena fiutano un affare si precipitano a stormi.
Dopo aver invaso il campo della pelletteria, delle calzature, di una parte del tessile ora potrebbero aver intuito che l’agroalimentare è un settore altamente redditizio soprattutto se la manodopera la si retribuisce con pochi centesimi l’ora.
la Redazione
Commenti
I cinesi scoprono l’agricoltura ricavata dai rifiuti speciali — Nessun commento
HTML tags allowed in your comment: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>