Macron o Le Pen quale futuro per l’Europa
La mattina di lunedì 24 sono stati comunicati i dati ufficiali delle presidenziali francesi che hanno evidenziato un certo equilibrio tra i candidati più importanti. Naturalmente nessuno ha superato il 50 percento dei voti e gli oltre 36 milioni di francesi di votanti dovranno tornare alle urne domenica 7 maggio. Un calo della sinistra e la vittoria del centro e della destra.
L’ex ministro socialista Emmanuel Macron, fondatore e candidato di En Marche partito che si è collocato a centro, al primo turno ottiene 8.657.326 voti con il 23.9 percento, subito dopo vi è Marine Le Pen, del Front National, con 7.679.493 voti ed il 21.4% la quale supera Francois Fillon, Les Républicains, 7.213.797 voti fermatosi al 19.9 percento e Jean-Luc Mélenchon, La France Insoumise, al 19.6% e 7.060.885 voti.
Seguono con un certo distacco Benoit Hamon, Patti Socialiste, al 6.3 e Nicolas Dupont-Aignan, Debout La France, al 4.7 percento. Tutti gli altri candidati si fermano intorno all’1 percento.
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Emmanuel Macron
Dal voto di domenica dipendono le sorti future della Francia come pure di quelle dell’Unione Europea. Sin dal primo giorno Marine Le Pen ha dichiarato che tra i primi provvedimenti ci saranno il blocco delle frontiere e l’uscita della Francia dall’Ue. Che la candidata di destra possa raggiungere il 50 percento dei voti è parecchio improbabile poiché su Macron stanno convogliando quasi tutti i voti degli altri candidati, rare eccezioni quali Nicolas Dupont-Aignan.
Nel corso di un incontro con Le Pen il gollista Dupont-Aignan, di Debout La France, ha affermato che voleva essere “ciò che Mitterand è stato per il Partito Comunista, rimanere nell’arco repubblicano”.
La presidente del Front National ha già annunziato che in caso di vittoria nominerà Dupont-Aignan primo ministro e che indirà un referendum per garantire la sovranità di Parigi sul territorio, sul suo sistema legislativo, sull’economia e sulla moneta. Le sue intenzioni sono quelle di istituire un doppio flusso di moneta, una per le grandi imprese che fanno commercio internazionale ed un’altra ad esclusivo utilizzo interno.
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Marine Le Pen e Nicolas Dupont-Aignan
Ciò perché, sostiene Marine Le Pen, l’euro non esiste più. Ha ribadito ulteriormente di non voler più sottostare alle decisioni di Bruxelles e alla sua politica del ricatto e delle sanzioni visto che il popolo transalpino non vuole più accettare simili diktat.
I francesi vivono oramai sotto assedio, i continui attentati hanno fatto superare il livello di guardia e la popolazione è vittima di una tensione che non accenna a diminuire. Le banlieu sono delle polveriere che possono esplodere da un momento all’altro e che le forze dell’ordine non sono più in grado di controllare e gestire.
Gli immigrati sono circa 7 milioni e rappresentano l’11 percento della popolazione, numeri importanti ed impegnativi.
Con l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue si è chiuso il tunnel della Manica e le migliaia di migrantes che quotidianamente cercavano di raggiungere l’Inghilterra sono rimasti di qua dello stretto.
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Il gollista Nicolas Dupont-Aignan
L’apertura incontrollata delle frontiere europee ha incrementato il flusso di immigrati diretto in Francia e ciò è divenuto uno dei motivi più determinanti della crescita della destra un po’ ovunque nel vecchio continente.
L’altro motivo sono le imposizioni economiche che hanno bloccato la crescita e lo sviluppo di molti paesi per favorire Germania e la grande finanza. Salvo poi accorgersi che gran parte degli istituti bancari agivano, e agiscono, indisturbati nei paradisi fiscali dove riciclano e gestiscono ingenti capitali.
Questa settimana sarà decisiva per l’esito elettorale. Visto che oramai siamo abituati ad assistere ad episodi strani e programmati nell’imminenza di una consultazione nazionale bisogna mettere a preventivo che accada qualche scandalo o qualche incidente in grado di spostare migliaia di voti da una direzione all’altra. Non sarebbe la prima e neppure l’ultima volta.
la Redazione
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