A maggio la produzione industriale torna a crescere
L’andamento della produzione industriale in Italia è tornata a crescere a maggio 2023.
Il dato destagionalizzato mostra un ottimo +1,6% rispetto ad aprile 2023.
Tanto più apprezzabile, il dato di maggio, considerando che arriva dopo ben 4 dati mensili negativi, purtroppo non riesce a compensare il calo trimestrale che mostra un sonoro -1,8% rispetto ai tre mesi precedenti.
Però maggio è positivo e l’1,6% è il risultato della crescita dell’industria dei beni strumentali (+1,4%), dei beni intermedi (+1,2%), dei beni di consumo (+1,1%) e, anche se di poco, l’energia (+0,1%).
A livello tendenziale, cioè rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, la musica cambia: il calo è, come detto, del 3,7% a maggio 2023.
Tra i principali settori industriali cresce solo quello dei beni strumentali (+2,1%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,2%), i beni intermedi (-7,4%) e l’energia (-8,5%).
Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale c’è la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+8,9%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,4%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+5,1%).
Fin qui i dati statistici, ma ancora più interessante è capire come vengono rilasciati questi dati dall’Istat.
Per l’indice di occupazione, per esempio, il tasso viene calcolato dall’Istituto nazionale di statistica con interviste campionarie ad un campione di italiani i quali risultano occupati anche nel caso in cui abbiamo lavorato una sola ora nel corso della settimana precedente.
Nel caso della produzione industriale l’Istat compie anche in questo caso delle interviste a circa 4.300 imprese che comunicano i dati relativi a poco più di 9mila flussi mensili di produzione, definiti generalmente in termini di quantità fisiche.
Così si ha il dato complessivo che, però, deve essere “incrociato” con i dati dell’andamento della produzione industriale dei singoli settori industriali.
In questo caso vengono utilizzate altre fonti statistiche come per esempio, la quantità di bestiame macellato; le informazioni provenienti dalle imprese siderurgiche, e dal ministero dell’Industria ma anche i dati della produzione di energia elettrica rilevati da Terna.
In tutto si tratta di calcolare, ogni mese, gli indici di produzione di ben 541 voci.
Ovviamente non tutte le voci hanno lo stesso “peso” all’interno del paniere dell’indice della produzione industriale.
Raggruppando le 541 voci si arriva ai settori industriali ognuno dei quali è “ponderato” all’interno dell’indice sulla base di queste percentuali:
- Attività estrattiva 1,9083
- Attività manifatturiere 93,0855
- Industrie alimentari, bevande e tabacco 9,2075
- Industrie tessili, abbigliamento, pelli 9,3294
- Industria del legno, carta e stampa 6,0880
- Fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati 1,9274
- Fabbricazioni di prodotti chimici 4,5507
- Produzione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici 3,0752
- Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche; altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 9,2260
- Metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchine e impiantiti) 17,0271
- Fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi 2,1864
- Fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche 4,2592
- Fabbricazione di macchinari e attrezzature 11,7870
- Fabbricazione di mezzi di trasporto 5,5758
- Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature 8,8461
- Fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria 5,0062
È, quindi, una statistica, una stima che, ovviamente, è accettata a livello internazionale dato che le regole per rilevare i dati statistici sono uguali dappertutto in modo che le percentuali possano essere confrontate.
È per questo motivo che Eurostat, l’ufficio statistico europeo, può, dopo aver raccolto i dati dei singoli Stati, pubblicare i confronti tra tutti i Paesi.
La produzione industriale misura la variazione mensile, e poi trimestrale, semestrale ed annuale, del volume fisico della produzione effettuata dall’industria con esclusione del settore delle costruzioni.
I dati citati in apertura, però non sono definitivi, vengono infatti revisionati in due occasioni e per motivi diversi.
Una prima revisione avviene il mese successivo alla pubblicazione sulla base di informazioni aggiuntive che provengono dalle imprese.
La seconda revisione avviene dopo 6 mesi ma riguarda solo i dati della serie storica in modo da incorporare tre tipologie di informazioni che si rendono disponibili successivamente alla pubblicazione della prima rettifica.
Raimondo Adimaro
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