La sindrome di Stoccolma, vista da una turista
Quando si vola verso il nord, è percettibile già durante l’arrivo in aereo, che si sta viaggiando verso una terra quasi incantata. Arrivando all’aeroporto Skavsta, in ottobre, nella fase di atterraggio, guardando fuori dall’oblò, ecco quei piccoli frammenti di ghiaccio appoggiati al finestrino che preannunciano atmosfere rigide e un clima non clemente. Poter mettere piede in quelle terre è un’esperienza che lascia sensazioni indelebili. Il nord si sa, affascina, ha qualcosa di inspiegabilmente ammaliante.
Stoccolma è senza dubbio una delle città europee di maggior fascino. La capitale svedese, posta sulla costa orientale, si sviluppa in quattordici isole che vanno ad affiorare dove il mar Baltico e il lago Malaren si danno appuntamento come due amici. Questa incantata città veste i panni di una elegante Signora del Nord.
La caratterizzano la pulizia, l’ordine, il rigore e il ritmo silenzioso e per niente frenetico che invece anima le maggiori metropoli del pianeta. La popolazione appare molto gentile e affabile. Non mancano sorrisi, non mancano strette di mano. Certo, quelle no! Ma, è palpabile, a pelle, il loro modo di approcciarsi alla gente, molto più glaciale e distaccato rispetto alle popolazioni latine.
Nei locali si esige silenzio, si richiede un tono di voce pacato e questo è un aspetto che andrebbe molto apprezzato nonché fatto proprio. È, senza ombra di dubbio, segno di rispetto per chi ha la necessità di bere un tè in santa pace, cosa molto rara nella maggior parte dei locali in Italia.
Si sa, noi siamo allegri, siamo molto più simpaticoni. Viaggiando, si impara anche a fare “proprie” abitudini che non sono parte dei nostri territori.
È molto semplice raggiungere qualsiasi punto grazie alla facilità con cui si possono organizzare itinerari, usufruendo dei comodi ed efficienti mezzi di trasporto, utilizzando abbonamenti settimanali o giornalieri che danno vantaggi e sconti soprattutto per i bambini. L’atterrare la sera non consente di vedere, però, le meraviglie della campagna che circonda la città.
Guidare lungo le strade, regala ai nostri occhi campagne di un verde intenso, quasi abbagliante. In quei tratti, ancora quasi incontaminati, si possono scorgere case e fattorie in mezzo ai prati. Abitazioni dal rosso o dal blu intenso e dai tipici tetti di colore nero. La sensazione è quella di essere catapultati in una favola.
Sarebbe doveroso lasciare un commento su ogni isola che compone questa città dalle origini vichinghe. Mi preme lasciare una descrizione sulle isole dell‘arcipelago che più mi hanno colpita: Gamla Stan e Djurgarden.
Gamla Stan è la città vecchia di Stoccolma. È la parte più centrale. Arrivando negli stretti vicoli e iniziando a passeggiare per le strade acciottolate, si inizia a respirare quell’aria medievale cosi particolare da farti fare un tuffo nel passato. Negozi caratteristici, piazze molto piccole, palazzi dai colori che spaziano dal rosso, al giallo e all’arancione.
Qui si possono fare acquisti nelle caratteristiche botteghe che vendono maglieria tipica artigianale, oggetti in legno, decorazioni natalizie rosse e bianche, e anche consueti e più commerciali souvenir. Il clima natalizio sembra essere quasi la quotidianità e non legato a una ricorrenza annuale. Si può decidere di gustare una buona, seppur non densa, cioccolata calda, servita in tazze giganti dalla fattura manuale, seduti nei piccoli bar della piazza, coprendosi le gambe con delle calde coperte verdi messe a disposizione dei clienti.
Per chi invece volesse godersi una bella cena, ecco comparire lungo le ciottolose viuzze, ristoranti locali dove gustare polpette di carne accompagnate da purè e salsa di mirtilli o i tradizionali piatti di salmone, manzo o maiale.
Djurgarden è l’isola posta a est della città. Approdando in questo piccolo e stupefacente angolo del mondo, ci si ritrova nella pagine di un libro di favole.
Se si vuole entrare nel mondo dei guerrieri scandinavi, allora vale la pena visitare il museo Vasa che accoglie l’omonimo vascello vichingo, l’unico che dal XVII secolo, è riuscito a giungere ai giorni nostri. La vista del galeone, entrando nel museo, lascia senza fiato.
L’atmosfera soffusa e i colori delle luci donano a questa imponente nave un aspetto tanto austero e ancestrale da fermare il tempo. Basta una mattinata per rendere unica la vostra vacanza!
E poi, se davvero si vuole ritrovare quel bambino che è in ognuno di noi, non ci si può esimere dal visitare il parco Junibacken dove si potrà stringere la mano ai troll, alla nota e familiare Pippi Calzelunghe, visitando la sua casa, viaggiando sul treno delle favole e acquistando libri nella ricca e fornita biblioteca interna al parco.
Ecco la sindrome di Stoccolma, una sindrome piacevole che si riconduce a uno stato di dipendenza, alla voglia irrinunciabile di tornare in un luogo che ha lasciato un profondo segno nel cuore.
Raffaella Aquilina
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