L’impresa del Torino segna la sesta giornata
Questa volta non sono le big tradizionali a tenere banco, ma una squadra che da big sembra stia studiando, vista l’impresa compiuta domenica all’ora di pranzo.
Il Toro si “pappa” la lupa, verrebbe da scrivere, stando per l’appunto in tema di colazione. I granata di Mihajlovich sono la nota diversa di una giornata che non ha segnalato risultati imprevisti. La squadra di Totti e Spalletti esce dallo stadio Grande Torino con le ossa rotte, si è subita una lezione di calcio memorabile.
Erano più di vent’anni che i giallorossi non le prendevano opposti ai granata nella loro tana. Belotti e compagni hanno aggredito la partita e, salvo qualche rischio in apertura, hanno dominato in lungo e in largo per determinazione, coralità e intensità di gioco. Se il match fosse finito 5-3 (sempre, comunque, con uno scarto di almeno due reti), non ci sarebbe stato nulla da eccepire: ogni volta che l’attacco granata si fiondava verso la porta romanista si venivano a creare situazioni pericolose per la difesa ospite. Una difesa davvero mal messa, tutta da rivedere.
I due esterni, Florenzi e Bruno Peres, tutto sono meno terzini marcatori, i centrali lasciano a desiderare e, forse il solo Manolas ha qualche propensione concretamente difensiva. Se a queste carenze si aggiunge che domenica la linea mediana di Spalletti era claudicante di voglia e dinamismo, tutto si comprende, senza con questo modificare il positivo giudizio sui granata. Una squadra, il Torino, votata all’attacco e, alla fine, ben protetta in porta da Joe Hart, divenuto in fretta idolo della tifoseria.
Il passo falso frena la corsa dei capitolini lasciando Juventus e Napoli sole in vetta, con l’Inter un po’ distaccata. Deludono i bianconeri a Palermo dove vincono solo grazie alla casualità di un gesto, una sorta di colpo di tacco involontario di un difensore rosanero che inganna il proprio portiere e consegna tre punti molto faticati ad Allegri. Una giornata storta ci sta, ma è stata anche una giornata sfortunata perché la Juve perde due elementi come Asamoah e Rugani che ne falcidiano, in parte, la rosa.
In questo scorcio di stagione alcune scelte del trainer bianconero lasciano perplessi. Vero è che gestire tanti appuntamenti di livello a stretto giro di posta richiede sagacia e prudenza, tuttavia qualche perplessità è già emersa.
In ben altre condizioni psicologiche sembra viaggiare il Napoli di Maurizio Sarri. La schietta vittoria contro il Chievo, ad oggi, l’autentica rivelazione di questo scorcio di campionato, ha ancora una volta dato segnali molto buoni. Oltre al tracciante impietoso di Hamsik che definisce il risultato sul 2-0 andandosi a infilare nel sette della porta, la nota felice arriva da Manolo Gabbiadini, un attaccante di grandi qualità finalmente sbloccatosi con una rete delle sue, un tiro a girare di interno sinistro pennellato con grazia e potenza al tempo stesso. Un giocatore che tornerà assi utile ai partenopei, visto il temporaneo appannamento di Insigne.
Chi si era illuso che l’Inter avesse finalmente agganciato il trend giusto si è dovuto subito ricredere. Al cospetto di un Bologna sempre più frizzante nei suoi giovani uomini d’attacco, Icardi e compagni hanno stentato, nuovamente distanti dalla brillantezza delle ultime due gare. Non fare della continuità una virtù diventa peccato, con la conseguenza che la classifica procede, gioco forza, a singhiozzo, col rischio di strappi in vetta non più colmabili.
Come sembra già stia diventando incolmabile il baratro che si sta aprendo per il Crotone relegato in fondo alla classifica con un solo punto. Strada sempre più in salita e problemi sempre più intensi per l’allenatore Nicola. Essere costretti a giocare in pratica sempre fuori casa per la temporanea indisponibilità del proprio terreno di gioco penalizza certamente i calabri, tuttavia è più che mai evidente quanto la caratura della squadra non sia riuscita ad adeguarsi al salto di categoria.
Meglio attrezzati, in questo, sembrano Cagliari e Pescara, due squadre battagliere, pugnaci, grintose e rapide che se la giocano sempre in modo gagliardo. La vittoria della prima contro una Sampdoria partita a razzo, ma già sgonfiatasi, è stata meritata e fa il pari con il bel pareggio che la seconda è andata a prendersi a Marassi contro il Genoa, con un recupero finale che la dice lunga sul temperamento che l’allenatore Oddo ha saputo infondere ai suoi giocatori.
Due squadre “pericolose”, capaci di disseminare trabocchetti e trappole ora qua ora là nel corso del torneo.
Bene Lazio e Sassuolo che, seppure non ancora convincendo del tutto sul piano del gioco, si esprimono bene su quello della concretezza. I romani sono quarti in classifica con 10 punti, gli emiliani hanno un punto in meno, ma potrebbero incamerare i tre al momento sottratti alla loro classifica per il pasticcio del cartellino a Pescara, cosa che li proietterebbe addirittura al terzo posto, scavalcando l’Inter. Un sospirone, infine, deve averlo tratto dal profondo Gasperini che vede la sua Atalanta ossigenarsi un poco e approdare a quota 6.
In sintesi, dunque, una giornata di transizione che poco ha detto, Toro a parte.
Franco Ossola
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