Il Made in Italy è una certezza
Si avvicinano le settimane della moda e le pagine di quotidiani e rotocalchi cominciano ad essere occupate dai brand nazionali che dettano legge sull’intero pianeta.
Ha iniziato Gucci con una storica sfilata nell’Abbazia di Westminster a presentare la sua collezione a 350 superselezionati invitati.
È la prima volta che la secolare Abbazia ospita una manifestazione dedicata alla moda, è un segnale molto chiaro per indicare l’importanza del settore sia dal punto di vista economico che sociale, ed è un altrettanto importante riconoscimento degli inglesi nei confronti del Made in Italy.
Quanto i londinesi tengano al loro stile e alle loro aziende è risaputo, l’aver concesso il privilegio ad una delle più prestigiose firme del superlusso mondiale non può che riempirci di orgoglio.
![Giorgio Armani, icona dello stile italiano](http://www.lemeridie.it/news/wp-content/uploads/2016/06/06-03-B-200x300.jpg)
Giorgio Armani, icona dello stile italiano
100 modelle e 26 gagliardi giovanotti hanno sfilato indossando capi ideati dal romano Michele Alessandro, alla guida dei designer della maison fiorentina, inneggianti al mondo degli animali con ghepardi, cani, lepri, tigri, serpenti e gatti ricamati sui fiori degli abiti da sera.
Così ha commentato l’evento Michele Alessandro:
“Questa collezione Cruise si caratterizza per me come un lavoro archeologico, partendo dall’idea che la moda nasce dalla strada, e qui a Londra le ispirazioni non mancano mai”.
Il brand della doppia G nell’Abbazia è stato applaudito e ammirato anche da Charlotte Casiraghi, Valeria Golino, dalla conduttrice televisiva Alexa Chung.
“Molti mi chiedono se mi sento un rivoluzionario, ma per me rivoluzionario è stato anche San Francesco. Mi sono ispirato agli animali perché per un creativo gli animali rappresentano qualcosa di magnificente”.
A conferma dell’indiscussa egemonia italiana nel lusso e nel superlusso vi è una recentissima ricerca effettuata e pubblicata dalla Deloitte, azienda prestigiosa mondiale di servizi di consulenza, secondo la quale nella graduatoria delle prime 100 aziende del lusso mondiale, ben 29 appartengono al Made in Italy.
![Leonardo Del Vecchio leader mondiale degli occhiali](http://www.lemeridie.it/news/wp-content/uploads/2016/06/06-03-C-delvecchio_luxottica-300x169.jpg)
Leonardo Del Vecchio patron della Luxottica leader mondiale degli occhiali
In pratica quasi una società su tre si cinge del tricolore.
Purtroppo a questa forza dirompente ed incontrastata della creatività e del marketing non corrisponde una’altrettanta capacità di fatturati. Freno rappresentato dalla struttura media o medio piccola delle aziende per cui ci fermiamo al 17%.
Tra le 20 società che crescono con maggiore celerità ve ne sono ben otto della penisola, in sostanza il 40% lo rappresentiamo noi. Tra queste ultime chi si distingue maggiormente è la Marcolin, produttrice di occhiali con sede a Longarone, Belluno, licenziataria di prestigiose griffe nazionali ed estere.
I primi tre gruppi che figurano nella classifica generale sono Luxottica, Prada e Giorgio Armani.
Ben sei brand registrano una crescita di fatturato a doppia cifra: Armani, Moncler, Liu Jo, Euroitalia (settore profumeria), Stefano Ricci e Vicini (Gruppo Zanotti, calzature e accessori).
Gli esperti prevedono delle flessioni sui mercati esteri a causa delle crisi che hanno investito Russia e Cina anche se fa ben sperare lo sviluppo dell’India.
Oramai le vie principali delle capitali del mondo e delle città più famose sono invase da insegne di prodotti italiani, i negozi e le boutique del lusso non possono fare a meno di esporre e commercializzare oggetti lavorati da mani talentuose nella nostra penisola.
È la strada da seguire quella del lusso e delle eccellenze, la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni, non temono raffronti e paragoni. La cultura genera creatività, buon gusto, bellezza, tutte doti che noi italiani possediamo.
Se decine di migliaia di ragazzi si trasferiscono in Italia per studiare arte, storia, bellezza, è solo perché da noi ogni pietra, ogni strada, ogni panorama, è incomparabile.
Riuscissimo a farci governare da una classe politica dirigente che badasse meno alle ripicche personali e di bandiera, che fosse magiormente a contatto con la realtà quotidiana e ci fosse maggiore integrazione e collaborazione tra il mondo della scuola con il mondo del lavoro, allora sì che il tricolore salirebbe sempre sul podio.
La Redazione
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