Negli ultimi 10 anni sono emigrati 700.000 italiani
In Italia un aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro può attenuare gli effetti dell’invecchiamento della popolazione.
E per questo si può fare leva su donne, giovani e immigrazione regolare.
Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle Considerazioni finali alla Relazione annuale dell’istituzione.
Ma “per ampliare stabilmente la forza lavoro, è necessario creare opportunità di occupazione attrattive per i numerosi italiani che lasciano il Paese alla ricerca di migliori prospettive”, ha detto.
“Negli ultimi dieci anni sono emigrati 700.000 italiani, un quinto dei quali giovani laureati”, ha rilevato il governatore.
Il tutto mentre “l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità sono destinati a incidere profondamente sul potenziale di crescita dell’economia italiana. Secondo l’Istat, entro il 2040 il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di circa 5 milioni. Ne potrebbe conseguire una contrazione del prodotto stimata nell’11%, pari all’8 in termini pro capite”.
“Un aumento dei tassi di partecipazione al mercato del lavoro attenuerebbe questo impatto. Un contributo significativo – ha proseguito – potrà venire da una maggiore inclusione delle donne, la cui partecipazione resta tra le più basse d’Europa, nonostante i progressi recenti. Investimenti nei servizi per l’infanzia, in particolare per gli asili nido, possono agevolare l’occupazione femminile, ancora ostacolata dalla carenza di strutture adeguate, oltre che da una distribuzione squilibrata degli adempimenti familiari”.
“Tuttavia, anche nello scenario più favorevole, un incremento dei tassi di attività potrà al massimo compensare il calo della popolazione attiva. Per ampliare stabilmente la forza lavoro, è necessario creare opportunità di occupazione attrattive per i numerosi italiani che lasciano il Paese alla ricerca di migliori prospettive”.
Secondo Panetta, “l’immigrazione regolare può fornire un apporto rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo, che registrano una crescente scarsità di manodopera. Il suo contributo può estendersi alle attività a maggior valore aggiunto, a condizione che si riesca ad attrarre profili qualificati. Su questo fronte l’Italia sconta un ritardo – ha rimarcato–: tra i principali paesi, è quello con la più bassa quota di immigrati laureati. Ridurre questo divario richiede anche l’adeguamento dei sistemi di riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze agli standard europei”.
“L’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità sono destinati a incidere profondamente sul potenziale di crescita dell’economia italiana”.
Lo ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nelle Considerazioni finali in occasione della Relazione annuale.
“Secondo l’Istat, entro il 2040 il numero di persone in età lavorativa si ridurrà di circa 5 milioni. Ne potrebbe conseguire una contrazione del prodotto stimata nell’11 per cento, pari all’8 in termini pro capite”, ha aggiunto Panetta.
Piero Vernigo


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