Il cyberbullismo quando il bullo diventa digitale
Da tempo i giovani utilizzano web e social media nella vita quotidiana per coltivare le proprie relazioni, ma a volte proprio online emergono aggressività e violenza, un vero e proprio atto volontario ed intenzionale ripetuto nel tempo, condotto da un individuo o da più individui contro una vittima indifesa.
La trasposizione sul web delle dinamiche tipiche del bullismo modifica e amplifica il fenomeno, rendendolo ancora più difficile da cogliere, poiché la rete fa sentire il bullo protetto dall’anonimato.
La cronaca negli ultimi anni ci ha presentato vari casi di tentato suicidio o suicidio della cybervittima dovuto al grande senso di vergogna, impotenza dopo aver scoperto foto , video ,o immagini personali finite su qualche sito Intenet o cellulari di compagni.
I cyberbulli sono persone che la vittima conosce bene, nel contesto scolastico, gruppi sportivi o tra coetanei, ma può esser rappresentata da qualcuno conosciuto mediante i social network.
Inizia in maniera silenziosa come una sorta di gioco per poi degenerare provocando vittime e rappresentando una vera e propria piaga sociale.
Sono maggiormente i giovani che partecipano ad un elevato numero di attività online e che ricevono uno scarso controllo genitoriale.
Se per bullismo la legge italiana intende l’aggressione di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di timore , ansia con comportamenti vessatori, pressioni ,violenze e aggressioni fisiche o psicologiche.
Nel cyberbullismo rappresentano un insieme di azioni aggressive e intenzionali realizzate mediante strumenti elettronici, mediante i quali la vittima è presa di mira sia in chat private che con post pubblici sui social network.
Invio di messaggi frequenti dal contenuto offensivo, volgare, violento e denigratorio con pubblicazioni di informazioni private appartenenti alla vittima il cui obiettivo è quello di provocarne danni.
Un contenuto offensivo condiviso dal bullo sulla vittima può essere divulgato a cascata da altri spettatori che contribuiscono ad accrescere l’effetto dell’aggressione.
Il cyberbullismo presenta caratteristiche proprie che lo rendono più pervasivo ed irrefrenabile, poiché sei bullismo tradizionale è inteso come una forma di prevaricazione, singola o del branco, ed implica il rapporto diretto tra bullo e vittima, e i confini sono molto più estesi perché viaggiano attraverso internet.
Nonostante l’attenzione verso questo fenomeno negli ultimi anni è molto alta, quantificarlo non è semplice, poiché ci sono numerosi casi che non vengono alla luce e nei quali le vittime non riescono a sottrarsi ai bulli.
Le cause del cyberbulismo non sono rintracciabili solo nelle caratteristiche del cyber bullo, ma possono riguardare aspetti di natura ambientale come la percezione di anonimato derivante dall’uso di strumenti digitali.
Da svariate ricerche è emerso che gli effetti del bullismo e cyberbullismo possono rimanere latenti per molti anni a seguire e sfociare in età adulta o pre-adulta.
L’aspetto preoccupante di tale fenomeno, riguarda le conseguenze sulla vittima a medio e lungo termine, devastanti per chi ne è vittima sia a livello psicologico che fisico.
Azioni che creano imbarazzo, isolamento sociale, talvolta abbandono della scuola e drastici mutamenti dell’umore con scarsa autostima e varie forme depressive, conseguenti attacchi di panico che possono sfociare in comportamenti autolesivi o atti estremi come tentativi di suicidio.
La legge italiana 71/2017 per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo è entrata in vigore il 18 giugno 2017 con le finalità di contrastare il fenomeno in tutte le sue manifestazioni, mediante azioni a carattere preventivo e con strategie di attenzione, tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti.
Necessario un programma di prevenzione del bullismo e cyberbullismo con un approccio integrato tra famiglia e scuola di ogni ordine e grado, con azioni sinergiche sia per impattare sul fenomeno che prevenirlo.
Urge dare vita a un vero e proprio cambiamento culturale che coinvolga l’intera società generando una rete capace di diffondere la cultura del rispetto e della tolleranza.
Dolores Di Mambro


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