Inflazione al 2 per cento nell’eurozona a giugno. Eurostat conferma le stime preliminari diffuse a inizio mese, così come gli aumenti rispetto al mese di maggio.

Nell’arco di un mese lievi aumenti per la voce ‘servizi’ (3,3 per cento, rispetto al 3,2 per cento di maggio) e più sostenuti per la voce ‘energia’ (-2,6 per cento, rispetto al -3,6 per cento di maggio).

Lieve flessioni per generi alimentari, alcolici e tabacco (3,1 per cento, rispetto al 3,2 per cento di maggio), e i beni industriali non energetici (0,5 per cento, rispetto allo 0,6 per cento di maggio).

Rispetto alle cifre diffuse a inizio mese, l’istituto di statistica europeo modifica i dati di alcuni Stati membri, così svanisce una situazione di inflazione stabile in Italia, che risulta cresciuta di 0,1 punti percentuali.

Aumenta di 0,3 punti percentuali sia in Francia sia in Spagna (non più di 0,2 punti), mentre in Germania il rialzo alla fine è di un punto intero (anziché 0,9 punti).

Da sottolineare il dato relativo alla Bulgaria, Paese che ha ottenuto il via libera per adottare la moneta unica dall’1 gennaio 2026: a giugno il tasso di inflazione nazionale è aumentato di 0,2 punti percentuali attestandosi a quota 3,1 per cento, lontano dall’obiettivo di riferimento del 2 per cento della Banca centrale europea.

A proposito di Bce, i dati consolidati sull’inflazione di Eurostat arrivano a una settimana della riunione del consiglio direttivo (24 luglio), chiamato a prendere decisioni sui tassi di interesse.

L’orientamento del board dell’Eurotower sembra essere quello di lasciare gli attuali livelli invariati, e le indicazioni che sembrano arrivare dall’istituto di statistica europeo non sembrano agevolare un cambio di orientamento.

In fin dei conti l’inflazione generale dell’eurozona è ancorata al livello che piace a Francoforte.

Arnaud Daniels