La pizza il piatto italiano più conosciuto al mondo
Il 17 gennaio è la giornata mondiale della pizza che rimane il piatto italiano più conosciuto al mondo.
Anche in questo caso le differenze di prezzo variano, e non di poco, da una regione all’altra e da una città all’altra.
Tali differenze sono evidenziate dall’Osservatorio dei prezzi e delle tariffe del ministero dello Sviluppo economico (Mise).
Il parametro preso in considerazione è il pasto in pizzeria.
La realtà meno cara è Napoli, dove il prezzo medio è di 6,86 euro.
Anche se il costo oscilla tra i 6,50 ed i 15,50 euro.
Dipende, insomma, da quale delle pizzerie si sceglie.
Purtroppo dal data base dell’Osservatorio mancano parecchi dati principalmente del Meridione.
Detto della più economica, i dati permettono anche di scoprire dove si mangi la pizza più cara d’Italia.
Spiacevole primato che spetta a Macerata, nelle Marche, dove in media per un pasto in pizzeria si spendono 12,05 euro.
C’è da dire che in questi casi l’oscillazione di prezzi è minore, visto che si va dagli 11 ai 14 euro.
Il che significa che è comunque possibile trovare nel napoletano una pizzeria più cara di quelle maceratesi.
Il primato assoluto in termini di prezzo massimo spetta però a Roma, dove si può arrivare a spendere 21 euro per mangiare in pizzeria.
Prezzi calcolati anche sul potere d’acquisto dei tanti turisti stranieri che visitano la capitale.
La presenza in città di stranieri fa lievitare il prezzo della pizza, difatti al secondo posto si trova Venezia con 18 euro e appena dopo, al quarto, l’altra città italiana capitale del turismo, ossia Firenze, con 16 euro seguita da Milano e Padova con 15,5.
In questo senso spicca il terzo posto di Bergamo, dove il prezzo massimo è 17 euro, terzo valore più alto in Italia. O la città alta attira molti turisti stranieri che si recano nel suolo natio di Gaetano Donizetti appositamente per gustare le prelibatezze del forno a legna oppure nella città bergamasca ci sono pizzaioli estremamente cari.
Tornando nella capitale, la provincia di Roma è anche quella con la maggiore differenza di prezzo. Perché se è vero che ci sono pizzerie dove si può arrivare a spendere 21 euro, ce ne sono altre nelle quali è possibile cavarsela con 6 euro.
Mentre Cosenza è quella nella quale l’unico criterio di scelta è il gusto della pizza: in ogni caso si pagano comunque 12 euro.
Secondo i dati dell’Osservatorio del Mise da queste parti prezzo minimo, medio e massimo coincidono.
E peraltro con una cifra molto vicina al prezzo medio più alto.
Nella città calabrese, insomma, l’unico discrimine è la qualità della pizza.
Anselmo Faidit
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